la vita distratta

sembri simpatico

Non so, non credo, ti dirò di no.

piccola, ricurva.

dai,

Ci hai ripensato un secondo dopo o no, due, tre?

L’animo nobile,

(è tempo di anticaglie)

“ci sono alcuni che fanno così, a me non piace…”

Ma…

già visto, già sentito,

pensato, passato, capito

Che sarà mai

ho ripreso armi e bagagli

rimesso i pugni sul tavolo

cerco qualcuno che li sbatta per me

manca la luce

lo sai, no?

Ma solo ogni tanto

di retorica e moralismo

eppure quello non manca mai

mi lanci un segnale?

Tanto lo sai dove sono

come mi chiamo

cosa faccio

che aspetto

tra un minuto sono fuori

(ti leggo nel pensiero)

e quando parli, parli

sei sicura che è tutto a posto?

Alla fine

siamo sempre i soliti

in inverno e in primavera

col vento caldo

con l’aria fredda

lo riconosci?

E’ sempre quello che non ti fa uscire

che non fai uscire

nemmeno tu

mi riconosci?

Se serve cambiare disposizione ai mobili,

se basta,

mi fai sapere

maggio

di un altro anno

ti ricordi cosa?

mi ricordo niente

ho distrutto i camminamenti

le compagnie

veloci

stanotte ho pensato dei pensieri

li ho persi tutti

non erano importanti

adesso alle otto c’è tutta questa luce

bello, bellissimo

però non esco…

continuo a cercare le mie cose

ah, oh,

lo scudetto

Allora sono stata a questa mostra

cornici, tele, omini

tanti, omini,

tanti omini ma poco di che

ma sono difficile io – certo che sì.

E poi mi è venuta in mente questa cosa

che c’era sempre uno spazio

così, chiacchierando con lei,

per giocare

e adesso ho pure un tempo

allora niente, di nuovo.

Le foto sono le mie,

le faccio male a posta

e a caso

se volessi le farei benissimo, ovviamente

avrebbero anche un senso, magari.

Non mi piace

come fai a trovartici bene, in questa cosa qua?

E poi avevo ragione a sei anni

e lo pensi anche tu

queste facce, teste uguali,

ingialliti e carte vecchie – i pensieri dove stanno chiusi?

Così si respira male, non sono quello che ci vuole

ma quale seconda possibilità?

(La scuola fa schifo)

anche adesso

è la prima pagina del diario,

l’ultima

Allora io mi ricordo che aprivo la porta

gialla

e aspettavo.

Qualche minuto, pochi minuti e poi ecco.

Era sempre bello così

il martedì, il giovedì, il venerdì.

L’inizio era sempre più noioso

ma un po’, mai troppo

due ore passano in fretta,

il tempo di una sigaretta

 

hai preso freddo

non nel momento giusto

e i muscoli che si esercitano

fanno male?

Hai le mani calde,

vicino al petto

un po’ di tepore, di questi tempi

quattordici giorni, è solo la metà di un ciclo

stasera non hai voglia

di parlare con me